POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO: QUALI SONO?
Come accennato in apertura, le politiche attive del lavoro sono quelle misure e iniziative per combattere il tasso di disoccupazione alla radice. Previste dalla riforma Jobs Act (decreto legislativo 150 del 2015), hanno lo scopo di:
- Supportare l’occupazione;
- Dare un aiuto concreto a soggetti a rischio marginalità nel trovare un’occupazione;
- Regolamentare il mercato del lavoro;
- Fornire un sostegno economico.
Queste iniziative e procedure, a supporto dei cittadini disoccupati, vogliono sanare i problemi del mercato del lavoro con attività finalizzate allo scopo, tenendo conto del bisogno degli utenti. Un approccio preventivo, che analizza le cause e agisce di conseguenza su di esse. La strada opportuna da percorrere per raggiungere una propria autonomia, aderendo con pochi step al progetto.
I servizi del lavoro previsti dalle norme per le politiche attive sono erogati dall’ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, che ne coordina le attività. Un welfare a tutela soprattutto dei più giovani in servizi erogati. L’ANPAL si occupa di coordinare le strutture regionali che erogano i servizi, come INPS, camere di commercio, Inail, agenzie per il lavoro, ecc, monitorandone servizi, compiendo analisi e valutazioni. Amministra, inoltre, l’albo dei soggetti accreditati.
Ma cosa si intende per cittadino disoccupato?
Il decreto 150/2015 fornito una definizione ben precisa del termine disoccupato: il termine indica quei lavoratori che risultano privi di impiego, ma che dichiarano di essere a disposizione per affrontare un percorso di inserimento al lavoro grazie ai centri per l’impiego o, comunque, accettare proposte lavorative.
Chi può usufruire dei servizi ANPAL?
Abbiamo parlato ampiamente degli obiettivi da raggiungere grazie alle politiche attive del lavoro. Ma chi ha, quindi, diritto a usufruire di questi servizi? Scopriamo insieme i profili che possono richiedere di beneficiare dei servizi erogati dall’ANPAL:
- Giovani under 30;
- Risultare inoccupati, ovvero alla ricerca di una prima occupazione;
- Usufruitori del reddito di cittadinanza;
- Disoccupati over 50;
- Percettori indennità disoccupazione NASPI;
- Donne tutelate nei programmi per le pari opportunità;
- Categorie protette (orfani, persone con disabilità, disoccupati da molto tempo);
- Utenti che risultano nelle categorie degli svantaggiati e ultra-svantaggiati;
- Lavoratori in cassa integrazione o in mobilità (Cigs).
Se si rientra in una o più di queste categorie, si può usufruire dei servizi erogati dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive.
Politiche attive e servizi territoriali
Le politiche attive del lavoro seguono 4 grandi direttrici, stabilite dalla SEO (Strategia Europea per l’Occupazione). Ogni regione segue dei criteri soggettivi per l’erogazione dei servizi, ma queste direttrici sono comuni a tutte:
- Occupabilità: le capacità del soggetto di essere inserito nel mondo del lavoro;
- Adattabilità: capacità di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro, con compatibilità e propensione all’aggiornamento delle proprie competenze;
- Imprenditorialità: spirito imprenditoriale e sviluppo qualità;
- Pari opportunità: incremento occupazione dei più giovani e delle donne.
Ed è proprio da queste quattro direttrici che si diramano le varie opportunità offerte dai servizi per le politiche attive. Nel particolare, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) ha distinto cinque ambiti di intervento a partire dalle direttrici stesse:
- Creazione temporanea e diretta di posti di lavoro;
- Servizi per il collocamento e l’orientamento lavorativo;
- Sussidi per disoccupazione e incentivi per favorire l’occupazione;
- Servizi per incentivare l’imprenditorialità e sostegno finanziato per l’autoimpiego;
- Offerte di riqualificazione professionale e formazione.
Tra i servizi volti a valorizzare i giovani, un esempio è costituito da Garanzia Giovani: progetto europeo che incentiva le aziende a formare gli under 30. Questi potranno accedere a incentivi economici per conoscere il mondo del lavoro e sostenere le spese. Le politiche attive territoriali, inoltre, prevedono piani di inserimento nella propria regione, al fine di combattere la disoccupazione locale.